Legge Pmi, verso modifiche su false recensioni, reti, Confidi

L’esame del Senato. Confindustria: ampliare le semplificazioni, a partire dalla 231. Dopo le critiche della Commissione Ue il Mimit riscrive le norme sulla stretta per i commenti sulle piattaforme online.
Sulle agevolazioni fiscali per le reti le imprese chiedono di raddoppiare il tetto di utili accantonabili .
Sei mesi dopo l’approvazione in consiglio dei ministri, il disegno di legge annuale per le Pmi è entrato nel vivo dell’esame parlamentare con un ciclo di audizioni in commissione Industria del Senato.
E già si profilano temi che potrebbero essere modificati: innanzitutto il contrasto alle false recensioni online, su cui sono arrivate critiche dalla Commissione Ue.
Ma anche sulle norme su reti di impresa e Confidi ci sono valutazioni in corso da parte della maggioranza.
Ieri, dall’audizione svolta da Pasquale Lampugnale, vicepresidente nazionale di Confindustria Piccola Industria con delega a economia, credito, finanza e fisco, è emersa innanzitutto la richiesta di potenziare il Ddl con nuove semplificazioni, attingendo al pacchetto di 80 proposte “Costo Zero” già presentato al governo su temi vari, a partire dalla disciplina del Dlgs 231/2001 sulla responsabilità amministrativa e poi su fisco, lavoro, ambiente, energia, investimenti.
In prima fila ci sono anche le agevolazioni fiscali per le reti di impresa, misura che il Ddl ha reintrodotto.
Per gli industriali andrebbe raddoppiato da 1 a 2 milioni di euro annui il tetto di utili accantonabili e al contempo bisognerebbe rafforzare lo stanziamento, previsto in 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029, «almeno raddoppiandone l’importo».
In passato, per il triennio 2010-2012, annota Confindustria, a fronte di circa 500 contratti di rete e delle 2.500 imprese coinvolte nei programmi comuni di aggregazione, erano stati stanziati 48 milioni di euro complessivi.
Sulla delega al governo per il riordino dei Confidi vengono invece proposti tre correttivi: una revisione della soglia di volume di attività finanziaria (oggi fissata a 150 milioni) prevista per l’iscrizione all’albo dei Confidi vigilati;
un ampliamento dell’operatività dei Confidi; l’estensione della facoltà di assumere partecipazioni in altri enti.
Il superamento delle restrizioni in materia di partecipazioni societarie, consentendo ai Confidi di acquisire partecipazioni con le stesse regole previste per gli altri intermediari vigilati, è anche tra le richieste delle associazioni di artigiani Confartigianato, Cna e Casartigiani.
Appare poi scontato che in Parlamento si interverrà per correggere la norma che contrasta le false recensioni online.
A fronte dei rilievi avanzati dalla Commissione europea sotto forma di un parere circostanziato, il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), che ha coordinato il Ddl, ha già inviato a Bruxelles una nuova formulazione delle norme, oggetto di un’ulteriore notifica.
Il ministero in primo luogo ha precisato che la riformulazione esclude qualsiasi forma di coinvolgimento diretto delle piattaforme digitali rimettendo la liceità della recensione esclusivamente all’autoresponsabilità del soggetto che l’ha rilasciata (un modo per dire che non viene violato il Digital services act).
Ma c’è già chi teme un compromesso al ribasso. È il caso dell’associazione Fipe Confcommercio, intervenuta in audizione al Senato nei giorni scorsi.
Fipe, tra i primi organismi di settore a schierarsi per ottenere una stretta contro le false recensioni online, ritiene ad esempio che la nuova proposta italiana che circoscrive il diritto di segnalazione al legale rappresentante dell’impresa recensita (o suo delegato), rischia di essere maggiormente restrittiva.
Secondo l’associazione, inoltre, sarebbe opportuno, per superare i rilievi Ue, chiarire ulteriormente che il consumatore non è tenuto a registrarsi con un documento di riconoscimento facendo invece riferimento all’obbligo per le piattaforme di verificare la provenienza della recensione, in linea con la Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali verso i consumatori.
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