Siderweb intervista la Sidersan: il futuro è nel servizio

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Per l’ad Lampugnale «la digitalizzazione dell’acciaio rientra nel miglioramento dell’offerta al cliente»

Mai giudicare un’azienda né dalle sue dimensioni né dalla sua collocazione geografica. È una considerazione che si applica perfettamente alla Sidersan di Benevento, azienda guidata da Pasquale Lampugnale  attiva nella distribuzione e lavorazione di prodotti in acciaio nella regione Campania.

Basta dara un’occhiata al rinnovato sito web per capire come l’azienda, nonostante la dimensione contenuta, abbia sviluppato un’attenzione particolare al cliente, al servizio e alla comunicazione.

Valori che emergono in maniera evidente nell’intervista rilasciata a siderweb dall’amministratore delegato Lampugnale.

Dottor Lampugnale, il 2017 è stato un anno di ripresa per l’acciaio italiano, lo è stato anche per Sidersan?

«Credo che il 2017 sia stato forse il primo anno dopo il crollo legato alla grande crisi in cui si è consolidata una ripresa nei consumi e nella fiducia da parte dei nostri clienti. Lo scorso anno abbiamo registrato una significativa crescita rispetto al 2016, ma soprattutto il 2017 è stato l’anno migliore dal 2010. Il 2018 però si è aperto in una sorta di chiaro-scuro. Sulla carta tutti si attendono risultati migliori rispetto allo scorso anno, ma nonostante un gennaio interessante, febbraio ha mostrato qualche segnale di rallentamento e soprattutto di raffreddamento della fiducia. Speriamo sia solo un fenomeno passeggero».

Sidersan è un’azienda che serve diverse tipologie di settori utilizzatori, c’è un comparto che è andato meglio di altri?

«Bene o male tutti hanno registrato una crescita lo scorso anno. A differenza del trend nazionale, abbiamo però riscontrato nella nostra zona un comparto dell’edilizia molto vivo negli ultimi tre anni. Questo grazie agli investimenti realizzati dalla Regione Campania con fondi europei inutilizzati negli ultimi anni. Una mole di lavoro concentrato in un breve intervallo di tempo capace di generare un indotto importante, che però si è andato via via spegnendo man mano che i fondi si sono esauriti. Resta il fatto che noi abbiamo riscontrato un significativo aumento nel consumo di acciaio da parte dell’edilizia pubblica, che ha eroso quote prima detenute dal calcestruzzo. In questo contesto vi sono però delle variabili che contribuiscono ad accrescere l’incertezza, come ad esempio il caso del concordato di Condotte Spa, che nella nostra zona ha una grande rete di imprese che lavora in subappalto. Il nostro territorio dovrebbe beneficiare anche del progetto della linea ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari, per un complesso di opere da sei miliardi di euro. Sulla base di questi indicatori credo che vi potrà essere nei prossimi anni un aumento del consumo di acciaio».

Verso quali direttrici la sua azienda si sta orientando per il futuro?

«Parte del nostro business è focalizzato sulla fornitura per gli utilizzatori finali, ad esempio fabbri e serramentisti, oltre ai piccoli carpentieri. Negli anni abbiamo prestato una particolare attenzione sia all’ampliamento della gamma proposta, sia alle lavorazioni che possiamo mettere a disposizione dei nostri clienti. Grazie alla certificazione 10/90 siamo anche accreditati come trasformatori di prodotti strutturali e ci stiamo focalizzando sempre di più sulla fornitura di servizi per la creazione di prodotti semilavorati. Io credo che il servizio sarà l’elemento chiave del futuro. Mi spiego meglio: ritengo che nei prossimi anni le nostre imprese, che si rivolgono soprattutto a un mercato di prossimità, diventeranno sempre meno distributori e sempre di più centri di servizio. La stessa complicazione delle normative ci sta spingendo in questa direzione. Questo avverrà nonostante le resistenze del cliente nel riconoscere tutto il valore delle lavorazioni aggiunte. Per superare questa problematica dobbiamo da un lato essere capaci di far percepire il valore al cliente, dall’altro offrire servizi sempre più personalizzati che contribuiscono a rinsaldare il rapporto cliente-fornitore generando fidelizzazione. Per capire la forza di questo cambiamento basti pensare che hanno già chiuso o stanno per farlo i rivenditori siderurgici che applicano i modelli di business degli anni ’80».

Avete varato nuovi investimenti per migliorare ulteriormente il servizio?

«Abbiamo avviato nuovi investimenti soprattutto grazie agli incentivi del piano Industria 4.0:abbiamo acquistato nuovi e più moderni macchinari, una nuova linea di taglio, oltre che introdotto un miglioramento generale della logistica dei nostri siti di lavorazione e stoccaggio».

Quale potrebbe essere, secondo lei, la frontiera dell’innovazione per la distribuzione di acciaio?

«La mia visione di innovazione è finalizzata alla qualità del servizio. Le nostre aziende devono investire per poter offrire al cliente qualcosa di migliore rispetto al passato. La sfida oggi è offrire di più ad un costo più basso per riuscire a restare sul mercato. Questo però si dovrà integrare anche con le nuove modalità di distribuzione offerte dalla rete internet. Credo che il futuro del commercio di acciaio potrà passare anche da portali B2B digitali dedicati. Che il cliente possa conoscere la disponibilità del materiale, e una volta fatto l’ordine ne possa conoscerne lo stato di avanzamento ed i relativi certificati, nei prossimi anni diventerà normale. E questo io lo vedo, come ho spiegato in precedenza, nell’ottica del miglioramento continuo del servizio offerto al cliente. Solo così si potrà restare competitivi».

FONTE: SIDERWEB DAVIDE LORENZINI

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